mercoledì 27 marzo 2013

#69



Ciao a tutti e bentornati, o benvenuti in caso fosse la prima volta che passate da questo blog! Eccoci alla strip #69, la seconda parte della mini-saga Il sostituto, iniziata alla #67 (se non l'avete letta cliccate su #67!).

Striscia direi epocale perchè la prima dopo moltissimo tempo a essere disegnata senza copia-incolla! Ma non prendete l'abitudine, eh?

Buona lettura!

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venerdì 22 marzo 2013

Ulteriori insegnamenti



Ciao a tutti! Questa settimana ho voluto bissare con un'altra striscia, stavolta tratta da una reale conversazione a cui ho assistito (o partecipato in prima persona, chissà...). E continuano le lezioni di vita che il tizio pelato dà al proprio pelato fratellino! Per conoscere il primo insegnamento, andate a leggere la strip #68!

Buona lettura!


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mercoledì 20 marzo 2013

#68



Ciao a tutti! Primo post della settimana con una nuova striscia! Riecco il fratellino del tizio pelato, che sta apprendendo dal fratello maggiore una grande lezione di vita! 

Se non avete letto le prime strip col fratellino, leggetevi la #59 e la #61 (cliccate sui numerini per leggerle)!

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venerdì 15 marzo 2013

Recensione Film: La Casa Muta



Regia: Gustavo Hernandez
Genere: Horror
Anno: 2010
Paese di Produzione: Uruguay

La Casa Muta (in originale, La Casa Muda) è basato su fatti realmente accaduti in Uruguay nel 1944.
Presenta gli stessi pregi delle pellicole europee che negli ultimi 15 anni hanno consacrato Spagna, Francia e, in piccola parte, l'Italia come la culla del nuovo cinema horror di qualità. Registi come Guillermo del Toro, Jaume Bagaluero, il francese Alexandre Aja o l'italiano Federico Zampaglione hanno felicemente surclassato tutti i prodotti statunitensi che ormai di horror non hanno più nulla se non la copiosa quantità di sangue, e hanno ricominciato a dare attenzione alle storie e ai personaggi, rendendoli umani con un forte passato alle spalle e non semplici pezzi di carne condannati al macello. 

TRAMA IN BREVE
Wilson e Laura, padre e figlia, si trasferiscono nella casa di Nelson, ancora da sistemare e da ripulire. Quando cala la sera, la ragazza inizia a sentire dei rumori, e Wilson, dopo l'insistenza della figlia, va al piano di sopra a controllare. Laura lo ritroverà poco dopo con le mani legate e la lingua tagliata. Questo è solo l'inizio di una folle notte di massacro, che porterà alla luce rancori rimasti sepolti troppo a lungo.
Non mi dilungo sulla trama perchè c'è un forte rischio di spoiler, e mi sentirei una persona orribile.

APPROFONDIMENTO
Il budget del film è di soli 6000 dollari; non ci sono grandi effetti speciali se non le scene gore, e il tutto è stato girato nei limiti delle possibilità, in soli quattro giorni, sfruttando i pochi mezzi al meglio. La trama, come avrete certamente capito, non è molto solida, perchè basata appunto su un massacro di cui gli unici elementi certi sono due corpi senza lingua, un mucchio di inquietanti fotografie e nessun colpevole, e la ricostruzione degli avvenimenti è quindi molto sommaria. 

La pellicola presenta però alcuni aspetti molto interessanti, nel bene e nel male, che vorrei approfondire un minimo.

- Le riprese: la tag line presente anche sulla locandina recita "Orrore reale. In tempo reale.", perfetto riassunto di ciò che andrò a dirvi. Ho trovato scritto che è un film realizzato in stile telecamera amatoriale, come tra gli altri [REC], The Blair Witch Project, Cloverfield, ma in realtà non fa propriamente parte di questo filone, sebbene sia girato con camera palesemente mossa a mano. Ne La Casa Muta non c'è alcun personaggio che riprende gli avvenimenti, non c'è alcun punto di vista particolare se non quello imposto dal regista, le inquadrature e la fotografia sono pulite, senza i classici disturbi ben studiati del finto amatoriale.
La peculiarità sta però nell'aver girato un film tradizionale "In tempo reale". In tutte le forme di narrazione è naturale l'omissione di alcuni periodi temporali poco necessari o l'avvicendarsi di fatti passati, presenti e futuri rimescolati tra loro, dando vita a flashback o flashforward; Hernandez ha invece optato per un racconto lineare, in cui gli unici flashback sono immortalati in delle vecchie Polaroid. I tempi della storia e i tempi della narrazione coincidono, e ne risulta un effetto alquanto straniante ma che dà modo allo spettatore di vivere quasi dal vivo la vicenda, evitando l'espediente del tizio di turno che tiene accesa la telecamera qualsiasi cosa accada. La telecamera si muove in un'unica carrellata, quasi sempre puntata sulla protagonista: niente dissolvenze, niente stacchi di inquadrature. Di fatto il prodotto finale si pone a cavallo tra il film tradizionale e il finto amatoriale. 

- Gli specchi: perchè soffermarmici? Lo specchio nel film horror è sempre accompagnato da uno spavento sussultorio, per quanto ormai sia scontato. E nella casa in questione ci sono tantissimi specchi, una miriade, anche se non hanno un vero e proprio scopo dato che sono anche per terra. Vengono però usati dal regista come mezzo per effettuare le riprese riflesse, e lo fa davvero molto spesso. Molto originale ed efficace come tecnica.

- Il finale: la maggiore pecca della pellicola. Gustavo Hernandez ha dichiarato di essersi ispirato ad Alta Tensione di Alexander Aja, un buon film ma col finale davvero poco chiaro, che a mio avviso presenta qualche incongruenza, per l'appunto le stesse che presenta La Casa Muta. Chi ha visto la pellicola di Aja, forse capisce di cosa sto parlando, per chi invece non l'ha visto, come sempre niente spoiler. Piccole e perdonabili pecche, per un film a bassissimo costo e nonostante tutto molto ben riuscito, e soprattutto in alcuni punti riesce a spaventare davvero! Dopo aver visto l'ultimo pessimo Non aprite quella porta 3D è stato davvero una boccata d'aria fresca!

Ah, dimenticavo di dire che ne è già stato prodotto un remake dagli amici statunitensi... devo forse rammentarvi Quarantena?




mercoledì 13 marzo 2013

#67



Ben tornati lettori! Ci si avvicina sempre più alla 70esima striscia! Quando iniziai non pensavo che avrei avuto fantasia per così tante sctrisce, ma la politica, la TV e il mondo in generale sono sempre pronti a offrirci nuovi spunti! 
Il Comunista, stavolta con la giusta maglia, riprova a far scendere (o salire che dir si voglia) in politica il ragazzo Ciambella! Se non ricordate il primo tentativo, rileggetevi le strip #56, #57, #58 e #60!

In più vi invito formalmente a mettere un Mi Piace alla fan page di N.R.D.! http://www.facebook.com/nessunaretedisponibile Passate in tanti e invitate gente, gente!

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lunedì 11 marzo 2013

Segnalazioni e Pubblicità



Ciao a tutti! Nel post di oggi voglio segnalarvi alcuni progetti artistici emergenti.

Iniziamo col gioco di ruolo Nameless Land ideato dal gruppo Eleven Aces, un GdR  ad ambientazione post-apocalittica (o come alcuni dicono, Posta-Pocalittica XD). I fatti si svolgono anni dopo che il R.O.O.T., una società dedita al culto della scienza, in seguito alla diffusioe di impianti meccanici su esseri umani, ha privato l'uomo della tecnologia in quanto ritenuto non degno di possederla, facendo si che la Terra diventasse un pianeta selvaggio in cui ci si scontra in un perenne tutti contro tutti per la semplice sopravvivenza. Trovate ulteriori informazioni sul blog http://namelessland-gdr.blogspot.com/ e sulla pagina facebook http://www.facebook.com/NamelessLand. Il gioco è ancora in fase di beta-testing (a cui sto partecipando con altri amici) e la prima bozza di manuale in fase di scrittura. Promette bene per ora!

La prossima segnalazione è per un blog di racconti horror scritti da Debora Barnini, in arte Obsidian (o Obsy per gli amici) che se non lo aggiorna la bacchetto. Molto ben scritti, con uno stile personale, riescono a far immedesimare il lettore nel protagonista, con una scrittura quasi claustrofobica dove necessario. Per leggere i racconti andate su http://blackbrokenobsidian.wordpress.com/. Non ve ne pentirete.

E ora un paio di progetti musicali. 

I Talisman Stone sono una band di Forlì, formata da tre membri: batteria, basso e basso. Formazione un poco atipica, musica molto atipica, ipnotica e psichedelica. Nel 2012 è uscito il loro secondo album, Lovecraftopolis, che ha ricevuto tantissime recensioni positive e li ha condotti anche in un breve tour irlandese di ben quattro date. Il disco presenta quattro sole tracce dalla durata variabile dai 7 ai 18 minuti l'una, quindi dura quanto un normale disco, e avendo avuto il piacere di sentirli dal vivo posso ammettere che ci sanno fare! Passate dalla pagni facebook http://www.facebook.com/pages/TalismanStone/205913768856.

I Blinding Tears sono invece una formazione progressive metal di Poggibonsi (Siena) composta da sei membri. Colgo l'occasione per parlarvene perchè è da poco uscito il loro primo disco autoprodotto Real Life Isomorphism, concept album composto da 9 tracce di cui l'ultima una suite in 5 parti. Il disco, in mano mia da ieri sera, è di buona qualità e comprensivo di booklet. Se siete di Firenze o zone limitrofe, sappiate che questo sabato si esibiranno aprendo ai Vision Divine a Calenzano. Per ulteriori informazioni http://www.facebook.com/BlindingTearsIta.

mercoledì 6 marzo 2013

#66



Ciao a tutti! Passati i pochi giorni di depressione post-elettorale, ecco la strip #66! Torna il comunista, con grosse grosse novità! Ah, avete messo "Mi piace alla pagina facebook di N.R.D.? Vi lascio il link, non si sa mai, che se cliccate andate direttamente alla pagina! Bella la tecnologia! http://www.facebook.com/nessunaretedisponibile

Ad Empoli, provincia di Firenze, c'è una mostra di professori ed ex-studenti della Scuola Internazionale di Comics di Firenze e ci sono esposti anche due miei lavori. Se siete della zona fateci un salto, piazza Farinata degli Uberti, 10. Proprio in centro. 

Pubblicità a parte, buona lettura!

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lunedì 4 marzo 2013

Musicale, Drammatico, Muto: il Mel Brooks che in pochi (forse) conoscono



Ciao a tutti i lettori. Torno a parlare di cinema esulando stavolta dall'horror e dal trash, miei generi prediletti. Vi voglio invece parlare di uno dei più grandi attori e registi comici di sempre, che se avete letto il titolo già sapete di chi parlo: Mel Brooks. Sono sicuro che tutti lo conoscano almeno per un paio di film, come Frankenstein Junior (Young Frankenstein, 1974) e Robin Hood - Uon uomo in calzamaglia (Robin Hood: Men in Thights, 1993), forse tra i suoi più celebri. Se così non è potete facilmente rimediare! 
La sua filmografia, in effetti, non è poi così vasta, 11 pellicole dirette dal '68 al '95, ovviamente inframezzate da molti altri lavori come sceneggiatore e attore, ma comunque 11 pellicole molto varie e tutte godibili, accomunate dalla smisurata vena comica dell'artista e di tutti i suoi attori. Brooks è famoso specialmente per le parodie: oltre le due già citate, si hanno anche Mezzogiorno e Mezzo di Fuoco (Blazing Saddles, 1974) che parodizza il genere western, Alta Tensione (High Anxiety, 1977) praticamente un collage di vari film di Alfred Hitchcock rivisitati, Balle Spaziali (Spaceballs, 1987) parodia di Star Wars arricchita da altre citazioni (si va da Star Trek ad Alien!) e Dracula Morto e Contento (Dracula: Dead and Loving it, 1995), suo ultimo film da regista, che ironizza sul mito cinematografico del vampiro prendendo spunto specialmente da Dracula di Tod Browning, 1931.

Approfondendo la sua filmografia ho trovato però tre film che mi hanno sorpreso particolarmente in quanto non convenzionali rispetto al resto della sua produzione, e decisamente meno noti.

Dopo anni di cabaret e di televisione, Mel Brooks scrive e dirige il suo primo film nel 1968, The Producers, con Zero Mostel e Gene Wilder (quest'ultimo collaborerà più volte con Brooks sia come attore sia come autore). Il produttore di musical di Broadway Max Bialystock, ormai alla frutta, finanzia i suoi spettacoli seducendo facoltose vecchiette che in cambio gli firmano sostanziosi assegni; da qui il triste titolo italiano Per favore non toccate le vecchiette. Quando però incontra il contabile del fisco Leo Bloom, incaricato di controllargli i conti, si mette in testa di organizzare una truffa milionaria, riuscendo a coinvolgere nel piano anche lo stesso Bloom: farsi finanziare per un milione di dollari per poi produrre il più grande flop della storia di Broadway, in modo da non dover restituire i guadagni dell'opera e tenersi i soldi. Dopo aver cercato la peggiore sceneggiatura al mondo, punteranno tutto sulla storia scritta da un nostalgico del  Terzo Reich intitolata Primavera per Hitler, un palese elogio al furher che verrà poi trasformato  in una commedia demenziale dai toni molto gai! Ovviamente l'opera diviene un successo di critica e di pubblico, e i due truffatori si ritrovano con un bel vestito a righe.
The Producers ha vinto l'Oscar per la migliore sceneggiatura originale nel 1969.
Nel 2001 è stato prodotto un remake, stavolta un vero e proprio musical di Broadway, con protagonisti Nathan Lane e Matthew Broderick. Un buon cast, che comprende anche Will Ferrel e Uma Thurman, ma a mio avviso non ai livelli dell'originale.

Dopo il primo grande successo, Brooks dirige The Twelve Chairs (Il mistero delle dodici sedie, 1970) commedia dai toni decisamente amari, tratto dal romanzo di  Lja Ilf e Eugenij Petrov
La vecchia suocera di Ippolit Vorobyaninov, nobile russo decaduto dopo la rivoluzione, rivela in punto di morte di aver nascosto i gioielli di famiglia in una delle dodici sedie della sala da pranzo della vecchia casa. Partito alla ricerca del tesoro, Ippolit scopre però che le sedie sono sparse un po' per tutta la Russia, e quindi inizia a girovagare aiutato dal ladruncolo Ostap. In più ad ostacolarlo c'è anche un prete ortodosso, padre Fyodor, anch'egli a conoscenza del fatto.
Rimasti tutti a bocca asciutta e senza soldi per viaggiare, Ippolit dovrà scendere a compromessi per campare. 
Questo è il film che più esula dai toni classici di Mel Brooks: nonostante presenti tanti aspetti comici e anche grotteschi, con personaggi assurdi e esasperati come il prete meschino e truffaldino, presenta una critica al regime sovietico, e si conclude poi con un finale a dir poco amaro, tanto che la sensazione è quella di non guardare un film di Brooks. Un'ottima pellicola anche per questa ragione, dato che il comico dimostra di saperci fare in più campi differenti.


L'ultimo film di cui voglio parlarvi è Silent Movie (L'ultima follia di Mel Brooks, 1976), che da come dice il titolo è per l'appunto un film muto! La storia è incentrata su un regista (interpretato dallo stesso Mel Brooks) che, ormai disintossicatosi dall'alcol, vuole tornare in pista dirigendo un film muto; la casa di produzione a cui lo propone è però in crisi e sta per essere inglobata dalla Engulf & Devour (letteralmente Trangugia e Divora), quindi si propone di ingaggiare i più grandi divi di Hollywood e salvare così la piccola casa di produzione, andando a importunare con i suoi collaboratori (Marty Feldman e Dom Deluise) Burt Reynolds, James Caan, Liza Minnelli, Paul Newman e altri (interpretati da loro stessi) per convincerli a firmare il contratto e partecipare al film. Oltre alla trama principale ci sono poi gag del tutto separate dalla storia, con alcuni classici del cinema muto rivisitati come le torte in faccia (ad un agente di polizia in moto). Molto divertenti anche i divi prestati alla comicità di Mel Brooks, tra cui c'è anche il mimo francese Marcel Marceau che per inciso è l'unico che parla in tutto il film! Altra grande prova per Brooks che riesce, ancora una volta, ad omaggiare il cinema del passato riuscendo però ad essere sempre originale e mai scontato, offrendo anche una critica al sistema cinematografico di Hollywoodd. 

Si conclude la carrellata di film "speciali" di Mel Brooks, spero di avervi incuriosito un minimo!

Alla prossima!