GENERE: Horror
ANNO: 2011
PAESE DI PRODUZIONE: U.S.A.
Prima di iniziare con la trama del film vorrei fare una breve premessa: la recensione mi è stata gentilmente chiesta da Andrea Turel Caccese (in arte Turello), il quale a riguardo ha scritto "...è l'unico horror decente che ho visto a distanza di anni". L'ho reperito e guardato senza prima informarmi, nemmeno sulla trama, perchè mi piace guardare i film al buio, senza conoscere niente di esso, soprattutto quando consigliati da gente fidata. Devo dire che sono rimasto molto sorpreso, in tutti i sensi.
TRAMA
La storia si svolge in una cittadina degli States. Tre ragazzi, Jarod, Travis e Billy-Ray, presumibilmente delle superiori, trovano su un sito di appuntamenti una donna disponibile a fare sesso con tutti e tre che abita non lontano da loro. Unico problema: la sua abitazione si trova molto vicino ad una comunità estremista cristiano-cattolica guidati da un prete, padre Cooper, la cui famiglia cerca di epurare la cittadinanza dall'omosessualità e dalla promiscuità. Morale della favola: i tre ragazzi cadono nella trappola tesa dalla donna, che drogandoli li trascina alla chiesa dei fanatici omofobi, legati e imbavagliati, dove assistono all'esecuzione di un ragazzo gay.
Travis e Billy-Ray tentano la fuga, ma quest'ultimo muore, ucciso da uno dei suoi inseguitori. Un agente di polizia mandato a fare un controllo, sente lo sparo e viene ucciso mentre lo sceriffo è in ascolto alla radio. Data la situazione, questi avvisa l'ATF (Bureau of Alcohol, Tobacco, Firearms and Explosives) che manda uomini armati a circondare la proprietà del buon pastore. Ben presto ne scaturirà un conflitto a fuoco, e gli ordini sono di uccidere tutti nella casa, compresi i bambini.
APPROFONDIMENTI -I commenti che seguono sono frutto di una personale interpretazione della pellicola, non so quanto io possa essere attendibile in materia ma è ciò che ho letto tra i singoli fotogrammi-
Ciò che per prima cosa salta agli occhi è l'argomento trattato. Certo, in altri film si trova l'assassino che agisce per "ordine Divino" (per citarne uno, Frailty - Bill Paxton, 2001) oppure, addirittura, persone che tentano di indurre l'estasi divina tramite la tortura, il martirio di un innocente (Martyrs - Pascal Laugier, 2008), ma una vera e propria comunità religiosa cristiano-cattolica dedita alle esecuzioni è davvero una rarità, nonchè una cosa inquietante e spaventosa. Siamo talmente abituati a sentir parlare di estremismo religioso dando per scontato che riguardi solo il mondo islamico che ci dimentichiamo degli aspetti più chiusi e intolleranti della religione predominante nel mondo civilizzato. Ritengo sia stato molto coraggioso, da parte degli autori del film, perchè è un tema che viene quasi sempre nascosto, sotterratto, insabbaiato. Non mi stupisce che ancora non sia prevista un'uscita italiana (si trova in buona qualità con i sottotitoli). Piccola nota, so che comunque è stato presentato in occasione del Taormina Film Festival 2011, credo in lingua originale.
Divagazioni a parte, un altro degli aspetti salienti del film è la varietà di generi da cui attinge. Inizialmente sembra partire come un film socialmente impegnato sui problemi legati alla discriminazione sessuale (il che, comunque, sarà confermato più in là), poi prende decisamente la piega dell'horror, accennando quasi al torture movie, dopodicchè, sul finale, vira sul poliziesco. E questo comporta anche un disorientante cambio di protagonisti: si passa infatti dal seguire le fantasie sessuali dei tre ragazzi ai dilemmi morali ed etici dell'agente dell'ATF a comando dell'operazione (interpretato da John Goodman), costretto da ordini superiori a uccidere tutta la comunità.
Nonostante questa continua modulazione di generi però, il film può benissimo trovare un posto nell'horror, perchè mette davvero terrore, specialmente per le cose elencate sopra (terrorismo ecc...), e nell'intento contribuisce tantissimo la magnifica interpretazione di Michal Parks nei panni del lucidamente invasato reverendo Cooper. Michael Parks, per chi se lo stesse domandando, è lo sceriffo Earl McGraw che compare in molti film di Quentin Tarantino e Robert Rodriguez: From dusk till dawn, Kill Bill, Death Proof e Planet Terror.
Altra cosa sorprendente: Kevin Smith, il regista, non è certo noto al pubblico per i film dell'orrore, ma bensì per commedie di vario genere. Uno dei suoi ultimi lavori è Zack e Miri make a porno (tristemente esportato in Italia col titolo Zack e Miri amore a primo sesso, ma sorvoliamo sulle solite lamentele), una commedia geniale su due amici che, ritrovandosi senza soldi, decidono di buttarsi nel mercato del porno con una telecamera e una ganga di attori da strapazzo. Davvero consigliatissimo; dovrei cercare altro di questo regista che mi sta dando un sacco di soddisfazioni! Si rivela davvero molto versatile, sa fare il proprio mestiere a dovere insomma.
Un'altro aspetto che rende questo film atipico come Horror è la totale mancanza di effettistica. Solitamente il genere richiede un discreto impiego di forze in questo senso, vuoi per le copiose quantità di sangue e di interiora, vuoi per creare mostri di ogni sorta. Invece Red State ne è privo, se non di quegli standard per i colpi di arma da fuoco. Ergo, se ne può dedurre che la volontà è quella non di spaventare evocando paure e fobie rintanate nel subconscio, ma bensì di far sbattere il muso degli spettatori contro la dura realtà. E forte.
In tempi bui e paurosi come questi che stiamo vivendo, l'Orrore non può prescindere dalla realtà; deve far paura un pugno di chierichetti fanatici della propria religione (o meglio della travisazione di essa), perchè è reale, che piaccia o meno. Non essere certi di dove si possa nascondere la minaccia. Questo fa paura. I media ci impongono più o meno velatamente uno schema di pensiero ben preciso, ci indicano qual è il bianco e qual è il nero, ma la realtà non è netta, non c'è un muro che separa il bene dal male. Solo un grande recinto dove veniamo buttati alla cieca, e ciecamente decidiamo da che parte stare, spesso fidandoci ciecamente di ciò che ci dicono. Forse è questo che Smith vuole far capire una volta per tutte a quelle persone che pensano che i cattivi sono solo altrove, che le guerre sono solo altrove, e che in casa nostra regna sovrana la pace e la tranquillità. Ma non si tratta solo dei fanatici religiosi: la polizia vuole uccidere tutti per eliminare testimoni, quindi l'equilibrio dei governi e dello status quo si basa sulla menzogna; la gente lo sa ma volta lo sguardo e fa finta di non vedere. Ciecamente.
Un fortissimo pugno nello stomaco a chi vive pensando di essere al di là del muro.
Ciò che per prima cosa salta agli occhi è l'argomento trattato. Certo, in altri film si trova l'assassino che agisce per "ordine Divino" (per citarne uno, Frailty - Bill Paxton, 2001) oppure, addirittura, persone che tentano di indurre l'estasi divina tramite la tortura, il martirio di un innocente (Martyrs - Pascal Laugier, 2008), ma una vera e propria comunità religiosa cristiano-cattolica dedita alle esecuzioni è davvero una rarità, nonchè una cosa inquietante e spaventosa. Siamo talmente abituati a sentir parlare di estremismo religioso dando per scontato che riguardi solo il mondo islamico che ci dimentichiamo degli aspetti più chiusi e intolleranti della religione predominante nel mondo civilizzato. Ritengo sia stato molto coraggioso, da parte degli autori del film, perchè è un tema che viene quasi sempre nascosto, sotterratto, insabbaiato. Non mi stupisce che ancora non sia prevista un'uscita italiana (si trova in buona qualità con i sottotitoli). Piccola nota, so che comunque è stato presentato in occasione del Taormina Film Festival 2011, credo in lingua originale.
Divagazioni a parte, un altro degli aspetti salienti del film è la varietà di generi da cui attinge. Inizialmente sembra partire come un film socialmente impegnato sui problemi legati alla discriminazione sessuale (il che, comunque, sarà confermato più in là), poi prende decisamente la piega dell'horror, accennando quasi al torture movie, dopodicchè, sul finale, vira sul poliziesco. E questo comporta anche un disorientante cambio di protagonisti: si passa infatti dal seguire le fantasie sessuali dei tre ragazzi ai dilemmi morali ed etici dell'agente dell'ATF a comando dell'operazione (interpretato da John Goodman), costretto da ordini superiori a uccidere tutta la comunità.
Nonostante questa continua modulazione di generi però, il film può benissimo trovare un posto nell'horror, perchè mette davvero terrore, specialmente per le cose elencate sopra (terrorismo ecc...), e nell'intento contribuisce tantissimo la magnifica interpretazione di Michal Parks nei panni del lucidamente invasato reverendo Cooper. Michael Parks, per chi se lo stesse domandando, è lo sceriffo Earl McGraw che compare in molti film di Quentin Tarantino e Robert Rodriguez: From dusk till dawn, Kill Bill, Death Proof e Planet Terror.
Altra cosa sorprendente: Kevin Smith, il regista, non è certo noto al pubblico per i film dell'orrore, ma bensì per commedie di vario genere. Uno dei suoi ultimi lavori è Zack e Miri make a porno (tristemente esportato in Italia col titolo Zack e Miri amore a primo sesso, ma sorvoliamo sulle solite lamentele), una commedia geniale su due amici che, ritrovandosi senza soldi, decidono di buttarsi nel mercato del porno con una telecamera e una ganga di attori da strapazzo. Davvero consigliatissimo; dovrei cercare altro di questo regista che mi sta dando un sacco di soddisfazioni! Si rivela davvero molto versatile, sa fare il proprio mestiere a dovere insomma.
Un'altro aspetto che rende questo film atipico come Horror è la totale mancanza di effettistica. Solitamente il genere richiede un discreto impiego di forze in questo senso, vuoi per le copiose quantità di sangue e di interiora, vuoi per creare mostri di ogni sorta. Invece Red State ne è privo, se non di quegli standard per i colpi di arma da fuoco. Ergo, se ne può dedurre che la volontà è quella non di spaventare evocando paure e fobie rintanate nel subconscio, ma bensì di far sbattere il muso degli spettatori contro la dura realtà. E forte.
In tempi bui e paurosi come questi che stiamo vivendo, l'Orrore non può prescindere dalla realtà; deve far paura un pugno di chierichetti fanatici della propria religione (o meglio della travisazione di essa), perchè è reale, che piaccia o meno. Non essere certi di dove si possa nascondere la minaccia. Questo fa paura. I media ci impongono più o meno velatamente uno schema di pensiero ben preciso, ci indicano qual è il bianco e qual è il nero, ma la realtà non è netta, non c'è un muro che separa il bene dal male. Solo un grande recinto dove veniamo buttati alla cieca, e ciecamente decidiamo da che parte stare, spesso fidandoci ciecamente di ciò che ci dicono. Forse è questo che Smith vuole far capire una volta per tutte a quelle persone che pensano che i cattivi sono solo altrove, che le guerre sono solo altrove, e che in casa nostra regna sovrana la pace e la tranquillità. Ma non si tratta solo dei fanatici religiosi: la polizia vuole uccidere tutti per eliminare testimoni, quindi l'equilibrio dei governi e dello status quo si basa sulla menzogna; la gente lo sa ma volta lo sguardo e fa finta di non vedere. Ciecamente.
Un fortissimo pugno nello stomaco a chi vive pensando di essere al di là del muro.