mercoledì 21 maggio 2014

Ragno contro Ragno



È da poco uscito al cinema il secondo capitolo della nuova saga cinematografica dedicata all’Uomo Ragno: The Amazing Spider-Man 2 – Il potere di Electro. Ora, tempo fa scrissi un lungo articolo sul mio blog in cui parlavo del cinema supereroistico (trovate QUI  la prima parte e QUI la seconda) fondamentalmente inveendo contro il genere, e la mia opinione in merito non è certo cambiata, ma Spider-Man, un po’ per nostalgia, un po’ perché su schermo rende bene essendo un po’ cazzone di suo, lo considero una piccola eccezione, sebbene rimanga sempre un film targato Marvel. Senza soffermarsi tanto sulla trama (che tanto l’iter morso-del-ragno-poteri-zio-Ben-morto-combatterò-il-crimine è oramai ben noto) mi piacerebbe evidenziare le differenze tra le due saghe, per quanto riguarda soprattutto la caratterizzazione dei personaggi e l’interpretazione del mondo che gira intorno a Peter Parker. A scanso di equivoci, dico subito che preferisco di gran lunga questo nuovo ciclo di pellicole.


Tiè
Correva l’anno 2002 quando nelle sale cinematografiche usciva il primo film dell’Uomo Ragno, Spider-Man, diretto da Sam Raimi. Passiamo direttamente alle considerazioni: la cosa che più mi è piaciuta di questa interpretazione dell’arrampicamuri è che le ragnatele non sono artificiali ma bensì prodotte dal corpo dello stesso Peter Parker, e gli escono dai polsi (a dirla tutta, sarebbero dovute uscirgli dal culo, ma insomma...). È stata un’innovazione che ha dato un tocco di originalità al personaggio. Inoltre Kirsten Dunst nel ruolo di Mary Jane, come può non attrarre orde di quattordicenni alle prime armi? (Avete capito cosa intendo, sì.) Goblin, interpretato da Willelm Dafoe dopotutto funziona, senza la ridicola tutina verde con cappellino fucsia funziona ancora meglio; un po’ meno funziona il povero Tobey Maguire nei panni di Peter Parker, ma nell’insieme rimane un film passabile. 


Un polpo crucco-ispanico
Nel secondo capitolo, uscito nel 2004, si intravedono le prime crepe. Stavolta l’Uomo Ragno deve vedersela col micidiale dottor Octopus… che viene preso ad ombrellate in testa da zia May. E che dire del finale, con Mary Jane che abbandona l’altare e corre da Peter col vestito da sposa in dosso? Il tipico elemento grottesco dei film di Raimi, che funziona alla grande in film come La casa (e sequel vari) o Darkman, diventa ridicolo in un film su un supereroe. Ottima l’interpretazione di Alfred Molina nel ruolo di Otto Octavius (i nomi Marvel…) aka Dottor Octopus. La cosa carina di questo film è che riprende la storica avventura Spider-Man no more in cui Peter Parker decide di appendere la calzamaglia al chiodo (è più virile di quanto sembra). 


?????
Dobbiamo passare all’ultimo film della trilogia? Alle scenette di Peter che balletta per la strada, all’acconciatura emo, a come sono riusciti a rendere inutile un cattivo figo come Venom? E dobbiamo nominare l’Uomo Sabbia, altro cattivone di questo film, che vorrei ricordare a tutti, nel primo fumetto in cui compare viene messo fuori gioco con un’aspirapolvere? E che in realtà è stato lui ad uccidere lo zio Ben? E che con un “Ti perdono” si dissolve nel vento? No, è davvero troppo, ho voluto rimuovere questo triste capitolo della storia del cinema di tutti i tempi. Davvero, è stato troppo anche per Raimi. E non parlo di incoerenze col fumetto, parlo di mancanza di idee buone in continuità coi capitoli precedenti che, ripeto, non sono eccelsi, ma comunque salvabili. Ah, mi sono dimenticato di citare Harry Osborn, interpretato da James Franco (grande James Franco), che torna in questo terzo capitolo nei panni di Goblin, un tempo identità appartenuta al padre (nel rpimo film insomma. Fondamentalmente, il percorso che porta Harry a diventare Goblin è il solo collante che tiene insieme questi tre film.


Dopo aver annullato il sequel Spider-Man 4, la produzione mette in cantiere un reboot, che avrà il titolo di The Amazing Spider-Man, affidato alla regia di Marc Webb. Il primo film esce nelle sale nel 2012, a soli 5 anni dalla fine della precedente trilogia, cosa che di certo ha contribuito a far storcere la bocca di tanti fan della saga; di fatto, il confronto troppo ravvicinato ha portato degli stravolgimenti, che per la maggior parte hanno fatto  del bene alla pellicola. Più che altro, c’è una storia, una storia che fa da filo conduttore e che innescherà gli eventi che porteranno alla nascita dell’Uomo Ragno e del nemico che troviamo in questo primo film, Lizard. Il tutto, fin dalle prime scene, gira intorno alla scomparsa dei genitori di Peter, collegata in qualche modo al lavoro svolto da Richard Parker per la Oscorp, la società di Norman Osborn. Fin da questo primo capitolo si capisce che molto è cambiato: abbiamo dei toni e delle interpretazioni più seriosi, meno da sitcom, una fotografia che rende il tutto un po’ più dark, un Peter Parker meno anni’60 e più da Ultimate Spider-Man di Bendis. Insomma, è tutto più maturo e in linea coi tempi, meno "fumettoso". Nei panni di Peter troviamo Andrew Garfield, perfettamente calato nella parte, specialmente col costume indosso. Al suo fianco, come protagonista femminile, Emma Stone ricopre il ruolo di Gwen Stacy, che finalmente acquista l’importanza e lo spessore che il suo personaggio merita (anche se sappiamo tutti la fine che farà), non la donna da salvare ma un elemento chiave sia nella lotta contro i nemici sia per il percorso di crescita del protagonista. 
Figata 1
Dopo i primi elogi, passiamo ai difetti. Quello per cui in taaaanti fan accaniti si sono lamentati è di certo l’aspetto di Lizard. Anziché avere il muso da lucertola, Webb ha optato per un volto il più umano possibile (interamente interpretato anche in CGI da Rhys Ifans) che poco si confà al personaggio; vero, col muso sarebbe di certo stato molto più coerente e certamente avrebbe dato un maggiore impatto visivo, ma la cosa si fa ampiamente perdonare con le coreografie degli scontri tra i due, orchestrati in modo tale da sembrare combattimenti tra un ragno ed una lucertola (certo, in formato gigante). Una cosa davvero fastidiosa da digerire è stata la mancanza della celebre e topica frase detta dallo zio Ben a Peter (“Da grandi poteri derivano grandi responsabilità”) ma non tanto per il fatto stesso che mancasse, quanto perché lo zio Ben (interpretato da Martin Sheen)  recita un discorso al nipote esprimendo lo stesso concetto, però girandoci intorno; se non l’avete vista, immaginatevi una scena in cui zio Ben dice “Vedi, se hai dei poteri, devi qualcosa alla gente, cioè, capito? Se ne hai le capacità, cioè, devi aiutare le persone in difficoltà, perché, cioè, è tuo compito… misteriosamente non trovo una migliore sintassi per esprimere tale concetto“. FATEGLIELA DIRE!


Electro... in felpa con cappuccio... ma solo perché è nero
Tornando al principio del lungo articolo, è da poco uscito il secondo capitolo della saga, che ripropone bene o male lo stesso stile del primo film. Il nemico di turno è Electro (Interpretato da Jamie Foxx), nemico di serie B nel fumetto, nemico di serie B su pellicola. Mi spiace solo che non avesse la calzamaglia gialla che lo contraddistingue nei buoni vecchi fumetti… anzi è reso graficamente molto molto bene pur avendo un background abbastanza banale. 

Ancora una volta, la storia tenta di approfondire i rapporti del padre di Peter con la Oscorp, e ancora una volta la nascita del cattivone gira intorno alla potente azienda di Norman Osborn. Se nel primo film il buon Norman è solo una presenza moribonda che viene nominata solo in qualche criptica conversazione tra i vari personaggi, in questo capitolo fa la sua apparizione, che, a sorpresa dura pochi minuti. Di fatto, essendo fin da giovane affetto da una malattia degenerativa, e ormai infermo da tempo, muore sotto gli occhi del giovane figlio Harry, anch’egli colpito dallo stesso male del padre. 
Figata 2
Gracile e dalla fisionomia che ricorda lievemente una qualche creatura delle fiabe (questa cosa mi ha fatto impazzire, in senso positivo), insomma del tutto differente dal belloccio James Franco della saga di Raimi, Harry eredita il comando della Oscorp, divenendo oggetto delle macchinazioni di soci poco raccomandabili. Inoltre, l’ossessione per trovare una cura immediata al suo male lo porta a intraprendere un cammino che conduce a tutto ciò che Harry è destinato a diventare : il Green Goblin. A livello scenico e visivo è stato il personaggio che più mi è piaciuto, completamente schizzato di testa come è giusto che sia e anche fisicamente deformato; inoltre, arriva negli ultimi minuti del film, facendo tutto il danno che deve fare, per poi essere incarcerato nel manicomio criminale.

C'è un altro lieve filo conduttore, più flebile, che riguarda un uomo misterioso che si muove nell'ombra per creare una sorta di big-team dei cattivoni, e che in qualche modo è collegato alla Oscorp e alla morte di Richard Parker. È già previsto un film sui Sinistri Sei, che sia in qualche modo un preambolo?



<3 <3 <3
Ovviamente proseguono le vicende amorose tra Peter e Gwen, cosa un po’ noiosa, decisamente l’unica nota di demerito (“Spider-Man! Da oggi col 30% di Ti Amo in più!“), ma non così grave da rovinare il film, che è arrivato ad essere uno tra i miei film di supereroi preferiti (sempre nei limiti Marvel, intendiamoci). In più, sul finale viene introdotto anche Rhino, un detenuto evaso con a disposizione una corazza a forma di rinoceronte. Una figata insomma, interpretato da un Paul Giamatti irriconoscibile, che verrà riproposto e approfondita nel prossimo capitolo, l’ultimo a quanto sembra che vedrà Garfield come protagonista e Webb alla regia.

Un aspetto importante da evidenziare, è che questa nuova saga di Spider-Man ha acquisito quel che di Bat-manesco che proprio Bat-Man ha perso con i tre film di Nolan, belli se presi come film a sé stanti, decisamente fuori tema se presi come film dell’uomo pipistrello, ovvero la follia dilagante, i nemici dall’aspetto grottesco, le atmosfere dark, il senso di colpa dell’eroe, l’elemento fantastico per quanto possa risultare assurdo. Perché Nolan ha tolto a Bat-Man la magia del fantastico, giustificando ogni singolo aspetto affinché possa risultare reale e credibile. Cioè, 
Electro si trasforma prendendo la scossa e finendo in una vasca di anguille elettriche geneticamente modificate! 

Ovviamente, inutile parlare dell'inutilità del 3D, giusto? Ma penso che dovremmo farci l'abitudine, almeno per qualche anno, finché non sarà sepolto nuovamente nell'oblio.


Ora, la mia intenzione non è sputare sulla trilogia di Raimi, che da ragazzetto ho amato (a parte il terzo film, ovvio), ma vorrei elogiare la maturità con cui può essere trattata la storia di un ragazzo che viene morso da un ragno OGM e che ne acquisisce i poteri pur rimanendo nel campo del puro intrattenimento. 

Morale: se tutti i film Marvel fossero così, si meriterebbero i miei 10 euro. 



(Scherzo eh)



2 commenti:

  1. Sarà che ormai mi sono abituato a non guardare questi filmetti, ma sinceramente mi sento di obiettare che scene alla Drangonball Evolution ( sì, l'ho citato...sono uno stronzo!!) Ce n'è fin troppe nella seconda saga. Gwen per esempio passa da stramega studentessa/ricercatrice che fa tuor guidati a fare la timidina con Peter, idem Peter che più volte sbeffeggia e affronta a viso aperto molte situazioni, inaltre è un rammollito insicuro. A me non sembra spessore nella psicologia del personaggio, ma incoerenza...

    Comunque è meglio di molti altri, ma resta un filmetto...

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    1. Certo, l'ho ribadito più volte, è pur sempre un film Marvel! Però come ho detto penso sia sopra gli altri di una spanna. Poi vedere Goblin è stata un'esperienza mistica XD

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