Rob Zombie è noto in primis come musicista, cantante della band industrial metal
White Zombie e solista dal 1998, ma io personalmente mi sono avvicinato ai suoi film per mera curiosità, dato che non sono un ascoltatore della sua musica. Partiamo comunque, come vuole la prassi, dal principio.
La prima pellicola scritta e diretta da Rob Zombie è
La casa dei 1000 corpi (
House of 1000 corpses) ed è datata 2003. A livello di trama riprende il filone della famiglia composta da maniaci che rapisce i poveri sventurati di turno. Ma anzichè in cannibali (come nei celebri
Le colline hanno gli occhi e
Non aprite quella porta e nel meno celebre
Scannati vivi) i suddetti sventurati si imbattono in una famiglia di artisti, scienziati pazzi e semplici bifolchi fuori di testa. Gli aspetti peculiari del film sono fondamentalmente tre: i personaggi, tanto assurdi e fumettosi quanto folli e crudeli; la scelta dei colori, accesi e saturi come raramente accade in questo genere di film (per intenderci, ricorda molto le atmosfere che si avevano in
Suspiria di
Dario Argento); una violenza molto realistica, quindi più fastidiosa delle splatterate inverosimili a cui ci hanno abituato negli ultimi anni (che comunque gran parte di esse mi sono gradite!)
Questi tre elementi sono ciò che accomunano un po' tutta la filmografia di Zombie, e andranno ad affinarsi nelle pellicole successive, creando uno stile davvero molto personale, a cui va aggiunta l'accurata selezione dei brani che compongono la colonna sonora, fusa in maniera molto originale con le scene del film.
Nel 2005 esce il sequel de
La casa dei 1000 corpi, dal titolo
La casa del diavolo (
The devil's reject), che racconta della fuga dei tre componenti della famiglia di maniaci scampati all'arresto. A dar loro la caccia abbiamo uno sceriffo, il cui fratello, anche egli sceriffo, viene ucciso nel primo film e due mercenari messicani tra cui
Danny Trejo! (
Machete, nda!). Tra un omicidio e una tortura, i tre scappano per il Texas per sfuggire alla furia vendicativa dello sceriffo, aiutati da altri personaggi assurdi almeno quanto loro.
La casa del diavolo a differenza del primo film, esula un po' dall'horror, tendendo più a creare una sorta di western che però presenta sempre le caratteristiche tipiche dei film di Zombie. Anche questo molto sui generis e molto particolare, con un paio di scene in cui la musica la fa da padrone.
Passano altri due anni, e nel 2007 ecco uscire nelle sale cinematografiche
Halloween, omonimo remake della pellicola di
John Carpenter del 1978. Zombie tenta di rivisitare il personaggio del serial killer Michael Myers, partendo da un bellissimo approfondimento delle sue turbe infantili che lo porteranno poi a compiere il suo primo massacro all'età di 10 anni durante la notte di Halloween. E se è spaventoso da grande, soprattutto per la sua enorme mole, lo è ancora di più da bambino, mentre uccide con freddezza uno ad uno i membri della sua famiglia indossando prima una maschera da clown e poi quella che caratterizzerà il suo intramontabile personaggio. Film secondo me riuscitissimo, che approfondisce tantissimo il personaggio, rendendolo quasi reale.
Ed ora, la nota dolente. 2009.
Halloween II. Con questa pellicola mr. Zombie ha veramente (passatemi la terminologia) pisciato fuori dal vaso. Ma di brutto. Intanto nei primi minuti non si capisce chi sono i personaggi, poi la protagonista (la stessa ragazza del primo film, che non vi dico chi è perchè è un elemento fondamentale nello sviluppo della trama) diventa metallara all'improvviso; così... non che mi dispiaccia, per carità, ma non mi piacciono queste forzature per poterci infilare più musica metal, più tatuaggi e più darkettone... Vabbè. Poi lui (Michael Myers) vede lo spirito di sua madre che, in groppa ad una cavallo bianco, gli ordina cosa fare. Molto
Venerdì 13, a parte il cavallo bianco, sebbene il tutto sia probabilmente frutto della mente malata di Michael. Ma poteva benissimo essere così anche nel primo film, no? Uff... Insomma, nonostante sia un film in cui il cattivo deve solo sbuzzare (trad.
sbudellare) gente a caso, tutte queste incongruenze mi hanno dato davvero troppo fastidio.
Con il suo ultimo lavoro invece, Rob Zombie si è decisamente risollevato.
Le streghe di Salem (
The Lords of Salem, del 2013) è di sicuro il suo lavoro più personale e più malato e contorto. La trama si può riassumere banalmente in due righe: la discendente del reverendo che fece mettere al rogo la setta delle streghe di Salem viene scelta come contenitore per dare alla luce l'Anticristo (che poverino potrebbero lasciarlo anche in pace ormai). Come ho detto, banale. Ma non si può far altro che rimanere affascinati dalle scenografie, dalla precisione delle inquadrature, dalle sequenze al limite tra l'onirico e l'allucinato. Badate bene, è un film che o lo si odia o lo si ama, non è per dire, non ci sono davvero le mezze misure. A me personalmente ha lasciato un senso di disturbo, angoscia e smarrimento entrambe le volte che sono andato a vederlo al cinema. E appena posso, lo riguarderò. Perchè al di là della trama e della scontatezza non si può negare che sia un film ben costruito, un artefatto a regola d'arte. Se poi lo guardate o lo avete già visto, ditemi pure che ne pensate, perchè fino ad ora gli unici pareri che ho sentito sono, appunto, o di amore indiscusso o di odio più totale.
Per pura informazione, nel 2009 Zombie ha diretto anche un cartone animato tratto da un suo fumetto, intitolato The haunted world of El Superbeasto. Quando ho modo di guardarlo casomai vi faccio sapere.
Un ultima cosa che non vi ho detto, in tutti ma tutti i suoi film recita la moglie di Rob Zombie, Sheri Moon Zombie, in ruoli più o meno importanti! Ne Le streghe di Salem è addirittura la protagonista assoluta, e mostra buona parte del proprio corpo! Contento lui! ;)
Alla prossima recensione!