Facendo satira soprattutto sulla politica e sull’attualità, il tema del riarmo rilanciato dalla Commissione Europea a guida Von Der Leyen non poteva lasciarmi indifferente. Non voglio star qui a sottolineare l’ovvio, tipo che l’ombrello militare U.S.A. è ormai uno di quelli che compri per strada a 5€ dal nero sbucato come un fungo alle prime gocce di pioggia e che si sdruma alla prima folata di vento (l’ombrello, non il nero) o ancora che i russi non possono farci così tanta paura, data la scarsa performance bellica in Ucraina, ma anche che Kiev, i russi, volevano prenderla e senza le armi dell’Occidente sarebbe caduta, ma anche che a Berlino oggi non ci possono certo arrivare, figurati a Parigi, e che Bucarest va un casino quest’anno. Ecco, non voglio sottolineare queste cose qui, che tanto ci pensa qualsiasi utente medio di qualsiasi schieramento su un qualsiasi social media che non so usare.
Al di là dei pipponi sul giusto o sbagliato, che tanto la Storia sembra passarci davanti senza che ce ne rendiamo conto, il punto di cui volevo scrivere è un altro o meglio altri due; ma partiamo intanto dal primo: riarmo europeo per la difesa comune. Questa singola frase esprime già tutta l’inconcretezza del progetto in questione. Per pensare di doverti difendere, devi prima aver pensato a una qualche minaccia incombente. Ma gli Stati europei non possono e non potranno mai percepire una stessa minaccia comune, per lo stesso motivo per cui i barconi di immigrati arrivano in Italia e non in Germania: la geografia. Per baltici, polacchi e rumeni, e per gli ucraini, ça va sans dire, ovviamente la minaccia è rappresentata dall’imperialismo della Russia. Ma la stessa Russia da Germania e Italia non è percepita come una minaccia, bensì come un’opportunità, soprattutto economica. Per spagnoli e portoghesi non so neanche se la Russia esista. La Russia è effettivamente un pericolo? Se ragionassi da anti-imperialista direi di sì, non c’è dubbio: la Russia di Putin ha come obiettivo blindare i confini rimasti dopo il crollo dell’URSS schiacciando qualsiasi spinta separatista delle popolazioni non russe della federazione, vedi Cecenia, e recuperare la propria sfera di influenza storica tentando di tenere ancorati a sé quegli stati nei propri dintorni che con la Russia non vogliono più avere a che fare, vedi Georgia e soprattutto Ucraina. Se ragionassi come italiano medio, invece, la Russia resta terra di belle gnocche e di miliardari che comprano cose costose fatte in Italia. Perciò, come giustifichi un riarmo ad una popolazione che non percepisce minacce?
Seconda questione: anche ammesso che ci riarmassimo, e che scoppiasse una guerra che ci coinvolgesse direttamente… chi ci manderemmo al fronte? Non è una questione di poco conto. Io non mi sono mai espresso in modo contrario rispetto all’invio di armamenti all’Ucraina, ma certo se mi dicessero di farmi un viaggetto in Donbass per fare il tiro al bersaglio coi russi (o più realisticamente a fare io stesso da bersaglio) risponderei con un sonoro “col cazzo”. E questa è una di quelle non-contraddizioni che fa sentire tanto intelligente chi la sottolinea per sminuire la tua posizione, tipo “sei a favore dell’immigrazione ma quanti immigrati tieni in casa tua?!?”. Parlerò un’altra volta, magari, dell’inutilità di definirsi pro o contro l’immigrazione. Ma la questione resta: l’Italia è un paese di vecchi e di pacifisti sia di destra che di sinistra, di gente che la guerra non la vuole fare per nessuna ragione, di gente che si stanca ad assistere alle guerre altrui, per giunta. Se fossimo invasi domani, probabilmente coloro che tenterebbero di opporsi all’invasione sarebbero additati di essere guerrafondai. E non è un’iperbole, è il ragionamento che tanti, non solo fascisti più o meno dichiarati, manifestano in merito alla Resistenza: chi si oppose all’invasore tedesco e al suo alleato fascista prolungava solo le sofferenze della popolazione civile ed era sullo stesso piano di coloro contro cui combatteva. Un ragionamento che trovo a dir poco immondo, sia che si parli della Resistenza italiana, sia che si parli degli ucraini che non vogliono i russi in casa, sia che si parli dei palestinesi.
Su ciò di cui ho scritto qui sopra ci ho fatto due fumetti brevi, La minaccia pubblicato su Barabba n.3, rivista mensile di satira by Gonzo Editore, e Riconversione umana, pubblicato sul Vernacoliere di aprile, uscito in edicola il 31 marzo. Due storielle satiriche diverse ma in qualche modo complementari, in cui cerco di districarmi e di chiarirmi le idee su questo tema trattato in modo così marcatamente binario.
Non scrivevo da tanto, è stato lungo, divertente e impegnativo. Cercherò di farlo più spesso.
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Prime tre vignette di Riconversione Umana, sul Vernacoliere di aprile 2025 che trovate in edicola! |
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La Minaccia, tavola 1 di 4. Questa invece la trovate su Barabba n.3 con altri fumetti, articoli e racconti inediti! |
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