venerdì 1 febbraio 2013

FRANKENSTEIN: dalla Cellulosa alla Celluloide - pt. 2




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Altra pellicola sicuramente degna di nota è Mary Shelley's Frankenstein, 1994,  diretta e interpretata da Kenneth Branagh. Questa trasposizione è tra tutte la più fedele al romanzo della Shelley, anche se presenta qualche variazione: in questo film l'amico Henry Clerval conosce Victor solo all'università, mentre nel libro sono in pratica compaesani, quasi fratelli fin da bambini; Justine, la serva che viene accusata dell'omicidio del piccolo fratello di Victor, viene linciata subito dal popolo, mentre nel romanzo c'è un bellissimo dialogo svolto nella prigione tra Justine e il dottor Frankenstein.La donna va rassegnata sul patibolo, pur essendo innocente, mentre Victoe si consuma dentro, perchè sa di essere responsabile indiretto della morte del bambino, ucciso in realtà dalla creatura per vendicarsi del proprio creatore. In più Elizabeth (la promessa in sposa a Victor) ha un ruolo molto più incisivo nel film che nel libro, scelta a mio avviso convincente anche per l'interpretazione di Helena Bonham Carter, che, dopo essere stata uccisa dal mostro la notte delle nozze, diviene cavia per gli esperimenti del marito, che vuole riportarla in vita ottenendo però solo un ammasso di carne senziente. A proposito di interpretazioni, la creatura è impersonata da mr. Robert de Niro. Una vera e propria bestia. E proprio in questa figura risiede la vera forza di questo film, che riesce a surclassare le altre trasposizioni in cui non traspariva affatto l'umanità del mostro, la sua parte fragile che viene rotta e fatta a pezzi dalla cattiveria umana; il mostro non è tale in quanto deforme e malvagio per natura, ma lascia libero sfogo alla sua rabbia perchè rifiutato e rinnegato persino da colui che lo ha messo al mondo, senza una possibilità di scelta, solo al fine di saziare il proprio ego mascherato in amore per la scienza e per l'umanità. E Branagh è davvero bravo a rendere sensibile questa creatura, a spiegare il dramma che lo porterà poi alla morte per propria mano. 
Tanti pregi dunque in questa pellicola. Ma a parer mio anche qualche difettuccio: in tutto il film aleggiava un senso di teatralità che a parer mio poco si addice alla narrazione di questo dramma, anzi a volte tende a distrarre lo spettatore dalla storia. In più la sceneggiatura presenta qualche lieve falla, imprecisioni che per quanto piccole sono di tanto in tanto fastidiose. Ah, e ovviamente anche qui viene dato per buono il metodo di creazione del mostro attraverso l'elettricità. 
Rimane comunque un film bello e di sicuro impatto sia visivo sia emotivo, e rimane ad oggi la migliore trasposizione su pellicola di Frankenstein.



Ed ora per voi un'ultima chicca: come potevo dimenticarmi, io, del cinema trash? In un negozio di dischi e DVD, nella cesta dei film dai 2 ai 5 €, ho trovato un piccolo gioiellino distribuito dalla RaroVideo (che Dio l'abbia in gloria, eterna) intitolato Il Mostro è in Tavola... Barone Frankenstein! Ora, ok, è vero che non sono io a trovare loro ma loro a trovare me, però...
Il film, il cui titolo originale è Flesh for Frankenstein, è del 1973, una produzione Italo-Franco-Americana diretta da Paul Morrissey e Antonio Margheriti (regista italiano conosciuto anche col nome di Anthony M. Dawson, comunque non accreditato per questo lavoro) e tra i produttori figura anche Andy Warhol, quindi vi faccio immaginare e pregustare la sanità di questo film!
Da come avrete intuito, la pellicola è una rivisitazione in chiave splatter-trash del romanzo della Shelley, in cui Frankenstein è una sorta di Nazista che vuole creare la razza perfetta facendo accoppiare i suoi cadaveri rappezzati! Oltre ad essere nazista, come se fosse poco, ha un incestuoso rapporto con la sorella ed è appassionato di necrofilia. Già. Di tanto in tanto si intrattiene col suo cadavere rappezzato femminile col povero assistente Otto costretto a guardare senza usufruire di tale servizio. Un film davvero molto curioso per gli appassionati del genere!
In questa sede non posso dilungarmi più di tanto ed entrare nei dettagli, ma voglio lasciarvi con una frase del film, forse la più profonda e filosofica, che racchiude l'intera essenza della pellicola. Se poi vi ho incuriosito e lo guardate, scrivetemi pure e ditemi che ne pensate!


"Per conoscere la morte, Otto, devi fottere la vita fino alle budella"

2 commenti:

  1. oh, bene, era da un pò che aspettavo la seconda parte, credevo di essermela persa :)
    Comunque queste recensioni mi sono piaciute, perché sono in grado di incuriosirti al punto giusto, tanto da tentarmi a dare un'occhiata al film del dottore nazista che fotte la vita fino alle budella!!!

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    1. Eh si, c'ho messo un bel po' a buttar fuori questo pezzo! Mille cose da fare, lavorare, disegnare, mettermi in pari con la XBox -__- Comunque bene che ti abbia incuriosito, spero che il film non ti deluda, se ti garba un po' il genere treshone cattivone :) Buona visione e grazie di essere passata, fammi sapere!

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