lunedì 17 dicembre 2012

FRANKENSTEIN: dalla Cellulosa alla Celluloide - pt. 1



Da poco ho finito di leggere il romanzo Frankenstein, scritto da Mary Shelley fra il 1816 e il 1817 e pubblicato per la prima volta nel 1818. Che dire, ne sono rimasto affascinato per varie ragioni: quella principale è che, ovviamente, il romanzo è bellissimo, commovente, e di una profondità unica. Il secondo motivo è che è totalmente differente da come si è impresso nell'immaginario collettivo, a causa (non per merito) delle trasposizioni cinematografiche. Ma andiamo per ordine e vediamo di approfondire.

Frankenstein, o il moderno Prometeo (questo il titolo originale) ha inizio quando il capitano Walton, capo di una spedizione verso il Polo Nord, bloccato tra i ghiacci scorge due figure nella tempesta di neve, una delle quali è Victor Frankenstein, ormai allo stremo delle forze. L'altra figura, si scoprirà di lì a poco, è l'orrendo mostro da lui creato. Walton prende il malcapitato a bordo per fornirgli le cure di cui ha bisogno, e, dopo essersi ripreso un po', Victor inizia il suo racconto.
Nato in una famiglia nobile e agiata di Ginevra, inizia gli studi in medicina a Ingolstadt, in Germania, con l'amico Clerval e presto si appassiona a testi "apocrifi" che lo portano a credere fermamente di poter ridare la vita alla materia ormai morta. Ormai ossessionato da questo obiettivo, riesce effettivamente dar vita ad una creatura composta di pezzi di cadavere, ma il risultato non è quello da lui sperato: l'essere è deforme, molto più grosso di un normale essere umano e con una forza smisurata. La creatura sparisce, e, molto tempo dopo Victor riceve una lettera in cui viene avvertito della morte del suo piccolo fratello. Tornato a Ginevra si imbatte però nella sua creazione che, con sua sorpresa, ha appreso l'uso della parola. Gli racconta di come è stato maltrattato dagli uomini, di come l'hanno cacciato dai villaggi, di come l'hanno percosso solo perchè non aveva il loro stesso aspetto. Perciò il mostro odia Victor Frankenstein, perciò ha ucciso il piccolo fratello appena ne ha avuto l'occasione. Lui gli ha donato un corpo vivo, senza chiedersi se ciò avrebbe portato delle conseguenze. La sua richiesta è molto semplice: vuole una compagna che sia come lui, che possa amarlo senza pregiudizi, e se ciò avvenisse andrebbero a vivere dove l'uomo non può, nelle lande desolate del Nord.  Inizialmente Frankenstein si persuade di poterlo fare, rimandando anche le nozze con Elizabeth (adottata da piccola dai Frankenstein) e andando in Inghilterra per procedere senza ostacoli. Ma quando la seconda creazione sta per essere conclusa, decide che ciò non avverrà, il mostro non avrà una compagna con cui potrebbe potenzialmente distruggere la specie umana! La creatura, furibonda, gli promette che nel giorno delle sue nozze sarà presente per far cessare la sua felicità. Le morti intorno a Victor aumentano sempre di più, e anche l'amico Clerval è vittima della vendetta del mostro. E come promesso, anche la sposa di Victor, alla fine, muore per mano della creatura.
I due sanno che uno di loro deve morire e Victor dà la caccia al mostro fino alle cime del mondo, dove stremato ha incontrato il capitano Walton, il quale incredulo ascolta ciò che inizialmente pensa essere solo delirio. Quando Frankenstein esala l'ultimo respiro, la sua creatura non ha più motivo di vivere, e si allontana tra i ghiacci.

Certo raccontata così in breve e scritto maluccio all'una di notte non rende molto l'idea, ma resta il fatto che la storia raccontata sia LA storia sul rapporto tra uomo e Dio, tra il figlio e il genitore. L'eterna domanda del perchè siamo stati creati senza essere stati prima interpellati o semplicemente perchè esistiamo. Che per l'appunto non trova alcuna risposta.

FRANKENSTEIN AL CINEMA
Ora che ho narrato in  breve la storia di Frankenstein e del suo mostro, vorrei analizzare alcune delle trasposizioni cinematografiche.

Frankenstein, 1931, di James Whale. Questa non è la prima versione su pellicola del romanzo, ve ne fu già una nel 1910 scritto e diretto da J. Searle Dawley, ma il film di Whale è quello che più si è imposto nell'immaginario collettivo, anche per l'interpretazione di Boris Karloff nei panni della creatura, interpretazione che è passata alla storia. E' in questo film che viene per la prima volta usata l'elettricità per dare vita al mostro: nel romanzo, come avrete notato, non ne accenna, anzi non spiega niente perchè le azioni narrate da Victor sono troppo orribili per essere raccontate. Fatto sta però che questo elemento narrativo è pervenuta fino ai nostri giorni come elemento certo della storia della Shelley. In più, Frankenstein va nei cimiteri con l'assistente Fritz a dissotterrare cadaveri per rifornirsi di pezzi, altro elemento non presente nel libro.
A prescindere dall'importanza storica e oserei anche sociale della pellicola, devo dire però che come film è pressochè mediocre. Non riesce per niente a trasmettere la drammaticità della situazione in cui vive la creatura, e il tutto si risolve con un "è un mostro, è brutto, diamo fuoco al mostro". E' solo un involucro dotato di un cervello con le deformità tipiche del criminale. Se posso azzardare un minimo di analisi anche sociale, direi che la trasposizione narra la vittoria del borghese medio sulla società e sulle aberrazione dalla società create: Frankenstein (che qui prende il nome di Henry...) non subirà mai una punizione per aver creato il mostro, nè si tormenta per ciò che ha fatto, nè nessuno lo rimprovera. Anzi il tutto si conclude con un lieto fine che nulla ha a che vedere con il Frankenstein del romanzo, con tanto di matrimonio con la donna amata. Questo film ha però prodotto una lunga serie che continuerà con La moglie di Frankenstein e Il figlio di Frankenstein, e che obiettivamente va reso merito a ll'importanza della pellicola. Uno dei meriti maggiori di questi film è l'avere ispirato il comico tutto fare Mel Brooks per una delle migliori parodie in assoluto. 

Sto ovviamente parlando di Frankenstein Junior, 1974. Il nipote di Victor Frankenstein riceve in eredità tutti gli averi del defunto nonno, e si reca quindi in Transilvania (?) per verificare lo stato dei possedimenti. All'arrivo incontra Igor ("Aigor"), nipote dell'aiutante Fritz. Dapprima scettico sugli esperimenti di suo nonno, il giovane Frankenstein scopre che effettivamente il vecchio riuscì a dar vita alla materia morta, dando vita a una delle più celebri scene del cinema di tutti i tempi: "SI... PUO'... FARE!!!" Anche qui, come nel film di Whale, l'assistente procura un cervello sbagliato, e dunque la personalità della creatura verrà deviata. Il resto già lo conoscete, e se non lo conoscete guardatelo! 
Devo dire che per certi aspetti, Frankenstein Junior ha più attinenze col romanzo di quante ne abbia la pellicola del 1931: il dramma del mostro, seppur reso in chiave comica, qui funziona e non si limita solo ad un cervello deviato, ma bensì nasce dal maltrattamento e dalla derisione di molti esseri umani nei suoi confronti. 
La creatura che gioca sull'altalena con la bambina, anzichè annegarla come nel film di Whale, amante della musica, e, a quanto pare, amante formidabile.
Uno dei film sicuramente più riusciti del genere comico e non, con un insostituibile Marty Feldman nel ruolo di Igor, una bravissima Madeline Kahn e Gene Wilder che è anche, non dimentichiamolo, co-sceneggiatore insieme a Mel Brooks. Film, a mio parere, sicuramente migliore dell'originale!

Altra pellicola sicuramente degna di nota è Mary Shelley's Frankenstein, 1994,  diretta e interpretata da Kenneth Branagh. 

2 commenti:

  1. Ho pianto come una disperata leggendo la parte del vecchio cieco. Un capolavoro, di quelli che, a parer mio, non si possono facilmente eguagliare su pellicola.

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    1. Si, la storia della creatura è una delle parti più belle del libro! peccato che ad oggi nessuno abbia saputo fare un adattamento che rendesse davvero giustizia al romanzo. grazie del commento Obsy!

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